Il Lazarillo di Tormes

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Lazzaro cerca di sfuggire alla povertà e superare il suo peggior nemico: la fame. Si è trasformato per sopravvivere in un antieroe fatto di astuzia, le sue azioni smascherano una società ipocrita, dove il lavoro minorile è normale, che nasconde una violenza psicologica e fisica che rendono questa storia attuale per il nostro tempo. Lazzaro, guidato dal caso, incarna la categoria sociale dei bassifondi, passa attraverso diversi maestri e mostra come la povertà economica non è in nessun  caso povertà d’animo o d’immaginazione.

 

Lo spettacolo è un monologo in cui l’attore pone una situazione drammatica dal menestrello per poi sviluppare elementi antichi del teatro: la narrazione, personificazione e il dialogo con una gestualità basata sull’ allenamento fisico e vocale, incentrato sulla drammaturgia dell’attore e sul dialogo di azioni teatrali, coreografiche e performative. Riscatta l’uso della lingua spagnola dal suo senso storico, poetico ed estetico, mantenendo la metrica del “Siglo de Oro” ed iol vocabolario dell’epoca.

 

Sulla base di testo anonimo del 1554: La vida de Lazarillo de Tormes: de sus fortunas y adversidades. Adattamento e drammaturgia: Juan Cristóbal Monsalve.

 

 

 

IL REGISTA 

 

 

Juan Monsalve, Colombia 1951. Attore, Regista, scrittore e drammaturgo. Studioso di Lettere e Arte Drammatica. Ha studiato l’antropologia teatrale presso la Scuola Internazionale di Antropologia Teatrale ISTA. Ricercatore di riti, danze e teatri sacri del mondo.

 

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