Le storie abitano le mani, per cantare, parlare o conversare usiamo le dita, il palmo, la schiena e il loro movimento per accompagnare e completare ciò che diciamo e ciò che facciamo. Sebbene le mani siano capaci di fabbricare utensili, di afferrare, rompere, modellare, accarezzare, colpire, esse non funzionano solo nel mondo materiale, ma anche nel mondo spirituale. Attraverso le mani entra l’energia e la forza divina.
E poi nostro figlio inizia a volare. I mudra sono stati per molti anni la più alta codificazione dell’arte del teatro, gesti originariamente buddisti usati per la meditazione, adottati poi dalle pratiche derivate dallo Yoga e dalla medicina per controllare le energie psicofisiche con le quali si può raggiungere l’equilibrio e l’armonia spirituale. Tuttavia, nel teatro gestuale rappresentano, comunicano ed esprimono concetti e idee in modo estetico. Pertanto, i mudra fanno parte della religione, della medicina e dell’arte: un elemento integrante a portata di mano.
Secondo la tradizione del Buddha, il cosmo e il corpo sono fatti della stessa sostanza, per questo il corpo è sacro, e per questo la mano è uno strumento per comunicare la spiritualità. Ma non dimentichiamo che le azioni scaturiscono dalla nostra mano. E il mondo, la realtà dell’uomo è costruito dalle sue azioni. “Le mani sono simboli di umanità (pagina 14)”. E da questa azione materiale e da questa azione spirituale si intreccia una terza: l’azione narrativa, poiché l’arte fonde le nostre azioni nella forma dello spirito.
Durante il laboratorio trasformiamo azioni spirituali e azioni materiali in azioni narrative, letterarie e poetiche.